ESPERIENZE

Due percorsi alla scoperta dei santuari della Val di Vara

La Val di Vara ha una storia millenaria e ha ospitato nel corso dei secoli svariate popolazioni: dagli antichi liguri ai francesi di Napoleone, dai romani ai bizantini, ai longobardi, ai partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ogni popolo che è passato da questa zona ha lasciato testimonianze della propria cultura, reperti storici, elementi artistici e architettonici.
Di certo la storia del nostro territorio, in parallelo a quella di tutta la penisola italiana, è stata segnata dalla presenza forte della religione cattolica che, collaborando con il sistema politico, è diventata una delle colonne portanti di quello che oggi è lo stato italiano. Alla religione si ispirano opere letterarie, artistiche e architettoniche famose in tutto il mondo.
Dopo aver scoperto i reperti degli antichi liguri, i loro templi pagani e il loro territorio, mi sono mossa ad esplorare l’arte religiosa della Val di Vara, unendo le mie passioni (il trekking e le passeggiate all’aperto) con la volontà di scoprire il lato culturale-religioso della zona.

Personalmente ho avuto piacere di percorrere i sentieri e le stradine che portano a questi santuari della Val di Vara anche se, per chi non può o non vuole camminare, essi sono raggiungibili tranquillamente in macchina. 

La storia del santuario di Roverano è la più affascinante della Val di Vara

Il Santuario di Roverano è un importante punto di riferimento religioso della Val di Vara

La località si trova in cima ad una collina, nel territorio del Comune di Borghetto di Vara, al confine con quello del Comune di Carrodano.
Nostra Signora di Roverano è, tra i santuari della Val di Vara, quello che ha una storia talmente interessante che è riuscita ad  affascinare anche un’atea convinta come me.
Il 7 settembre del 1350 (oppure 1351 o 1352, non è ben chiaro) due pastorelle stavano riposando sotto una pianta di olivo quando apparve loro una donna vestita di azzurro. La donna, che in realtà era la Vergine Maria, disse ad una delle due pastorelle di chiamare il parroco del paese vicino, L’Ago. La ragazza, che era muta dalla nascita, le rispose “Andrò”, riacquistando miracolosamente l’uso della parola. Le due ragazzine così andarono a chiamare il parroco e, insieme agli abitanti del paese, salirono la collinetta per raggiungere il punto dell’apparizione. Arrivati sul luogo non trovarono la Madonna ma bensì un quadro con la sua raffigurazione appeso all’ulivo sotto il quale prima dell’accaduto si stavano riposando le pastorelle. Dopo essersi meravigliati e riuniti per un istante in preghiera, il parroco e gli abitanti trasportarono la raffigurazione a L’Ago, dove era appunto localizzata la chiesa più vicina. Il giorno dopo tuttavia l’immagine era sparita per poi essere ritrovata appesa allo stesso ulivo.  Da lì si decise di costruire prima un santuario provvisorio, in seguito un vero e proprio santuario. Grazie all’aiuto degli abitanti di L’Ago e degli altri paesi limitrofi la struttura venne costruita e ingrandita nel corso dei secoli fino ad assumere a partire dal XIX secolo la forma che ha ora.

La conformazione del santuario è molto semplice ha una sola navata con pianta absidale a croce latina. Sopra l’altare maggiore è collocata l’immagine della Madonna, un dipinto di scuola italo-bizantina raffigurante la Vergine con in braccio Gesù bambino.
Il santuario di Roverano è collocato sulla sommità di una collina ed è circondato da piante di ulivo, caratterizzate da una fioritura settembrina tardiva. Il 7 settembre infatti si festeggia l’apparizione della Madonna, con cerimonie religiose e una fiera che si sviluppa lungo la salita per il santuario.
Da Nostra Signora di Roverano si gode di una vista sulla Val di Vara molto suggestiva. A qualche passo è presente inoltre un ristorante famoso per i deliziosi piatti tradizionali della cucina dell’entroterra.

Trekking a Roverano: tra religione, natura e panorami meravigliosi

Il panorama da Roverano

Il santuario è raggiungibile comodamente in macchina ma è anche collegato da due sentieri: quello di Carrodano (lungo circa 2 km) oppure quello di Borghetto (lungo circa 7 km). La mia variante preferita è quella che parte da Roverano e arriva a Borghetto.
Di solito lascio la macchina lungo la strada nei pressi del campeggio Bracchettto Vetta e ne approfitto per prendere un caffè e mangiare un buon pezzo di focaccia nel bar vicino al camping. Da lì seguo la tratta di strada carrabile per il santuario. E’ molto interessante perché dalla base alla sommità ci sono delle immagini che rappresentano la Via Crucis. Una volta arrivata in cima, dopo una sosta al santuario, proseguo imboccando il sentiero 546 in direzione Borghetto. E’ molto ampio e facilmente percorribile per la prima tratta. Dopo una leggera salita si arriva in un punto panoramico da dove si gode di una vista spettacolare sulla Val di Vara: sulla sinistra i borghi di Mangia, Cornice e altre frazioni di Sesta Godano incorniciate dalle montagne retrostanti, mentre sulla destra si può ammirare il piccolissimo borgo di L’Ago arroccato sulla collina insieme alla zona di Borghetto di Vara. Per il resto il sentiero è per la maggior parte in discesa con delle piccole tratte in salita. Più ci si avvicina a Borghetto più il sentiero diventa stretto e si addentra nel bosco: oltra a delle scarpe adatte consiglio di percorrerlo solo in caso di bel tempo perché in alcuni punti tendono a formarsi delle pozze. Il solo bivio a cui bisogna prestare attenzione perché non è segnalato si trova a circa 15 minuti di discesa a partire dalla cima della collina. E’ facile da identificare perché è l’unico bivio sulla destra e, dalla strada asfaltata si passerà al vero e proprio sentiero. Da lì in circa un’ora e mezzo si arriva a Borghetto di Vara. Da lì potete tornare indietro a piedi oppure prendere il bus ( controllare in anticipo gli orari). Se siete con due macchine ne potete lasciare una a Borghetto e una a Roverano.

Si può percorrere la tratta anche in mountain bike, soprattutto fino al bivio di cui ho parlato sopra perché la strada è asfaltata, ma i più coraggiosi possono anche arrivare fino a Borghetto. Inoltre lo consiglio per le famiglie con i bambini, anche per fare una semplice passeggiata dal santuario di Roverano fino al punto panoramico sul crinale e poi tornare indietro: questa prima parte infatti è molto pulita e presenta un dislivello lieve.

Il piccolo Santuario dell’Ulivo a Brugnato è testimonianza di antiche tradizioni che si conservano fino ai giorni nostri

Il Santuario dell’Ulivo a Brugnato

Il borgo di Brugnato è noto per le sue origini che lo legano alla religione. Infatti dei monaci colombanini di Bobbio vi eressero nel VII secolo la loro abbazia, intorno alla quale si sviluppò il paese. Presto il borgo divenne sede di una vera e propria diocesi che rimase tale fino al 1820 per poi unirsi a quella di Luni-Sarzana e infine a quella attuale di La Spezia-Sarzana- Brugnato a partire dal 1923.
L’impronta religiosa si nota nelle principali opere architettoniche del borgo come ad esempio la Concattedrale di San Pietro, Lorenzo e Colombano oppure il palazzo vescovile oppure il Santuario di Nostra Signora dell’Ulivo. Quest’ultimo si trova poco distante dal centro storico di Brugnato ed è raggiungibile sia in macchina che a piedi. Fondato dai monaci dell’abbazia di San Colombano di Brugnato la sua attuale struttura è databile al VIII secolo, probabilmente in sostituzione o modifica a quella esistente, ed è composta da un’unica aula con presbiterio sopraelevato. All’interno è presente un affresco che raffigura la Madonna con il Bambino e i santi Pietro e Lorenzo. Ma la cosa che più mi piace e rende speciale il territorio di questo santuario è la presenza degli ulivi, ognuno dei quali piantato in occasione della nascita di un bambino.

Gli alberi degli Olivi dedicati ai bambini di Brugnato

Dagli ulivi più massicci che portano il nome di bambini nati il secolo scorso a quelli più esili e bassi che sono stati piantati per i piccolini nati nello scorso decennio. Il lunedì di Pasquetta molti abitanti di Brugnato si ritrovano ognuno sotto il suo ulivo per fare un picnic insieme ai propri parenti e amici. Ed è proprio in questo giorno, il Lunedì dell’Angelo, che all’interno e all’esterno del santuario si celebra la Madonna dell’Ulivo.

La passeggiata per il santuario dell’Ulivo: una deviazione interessante per chi visita Brugnato

Il percorso per il Santuario dell’Olivo

Anche se il santuario si può raggiungere in macchina io di solito preferisco andare a piedi. Lasciando l’auto in centro a Brugnato si prosegue in direzione Rocchetta di Vara lungo la strada carrabile. Dopo qualche minuto sarà segnalato sulla destra il bivio per Nostra Signora dell’Ulivo. Appena svoltato si passerà davanti al caseificio del paese: consiglio una sosta, magari al ritorno, per comprare un po’ di ricotta o una piccola forma di formaggio locale. Da lì la stradina si snoda tra le case per poi proseguire fino al torrente che bisognerà oltrepassare attraverso un ponte subito dopo il quale bisognerà svoltare a destra per iniziare, dopo qualche metro, la salita. La via è cementata e in seguito asfaltata. Un tempo c’era la possibilità di percorrere il sentiero vero e proprio che pur essendo più ripido era molto più breve ma purtroppo al momento risulta poco agibile. La salita originariamente era utilizzata dai monaci colombanini per pregare e anch’essa come quella di Roverano presenta delle stazioni raffiguranti la Via Crucis. Si continua a salire per circa 15-20 minuti e poi ci si ritrova proprio davanti al santuario, circondati dagli ulivi. La vista è spettacolare, si può ammirare dall’alto il borgo di Brugnato con i suoi torrenti e il fiume Vara. Questo quadro è incorniciato dagli ulivi che si estendono in grandi quantità intorno al santuario.
Chi è più avventuriero e amante del trekking può proseguire sempre per la stessa strada, che poi diventa un vero e proprio sentiero e arrivare a Rocchetta Vara (numero 144C, poi 158 ) e volendo anche fino alla montagna sopra di essa, il Monte Nero (numero 144 C, poi 157), dove è presente una grande croce e si gode di una vista spettacolare che nelle giornate limpide arriva fino al Golfo di La Spezia.