Dati tecnici
Difficoltà: media
Dislivello: 335 metri
Numero sentiero: 506, poi 586, 587
Periodo consigliato: tutto l’anno (sconsigliato in caso di maltempo)
Durata: 2 ore e mezza
Suggerimenti: il sentiero Manarola Corniglia presenta nella prima parte una salita molto ripida (1200 gradini!), che i più pigri potranno evitare prendendo il bus navetta da Manarola a Volastra, normalmente passa ogni ora.
In alternativa si può iniziare a percorrere il sentiero da Corniglia, la salita sarà meno ripida ma più lunga.
Questo sentiero, a differenza del sentiero azzurro, è completamente gratuito
Vigneti e terrazzamenti: la caratteristica del sentiero Manarola Corniglia
Nel 1997 le Cinque Terre entrano a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, come “paesaggio culturale”. In particolare percorrendo il sentiero Manarola Corniglia si respira la storia popolare e le tradizioni che hanno reso celebri questi paesini.

Questo sentiero, segnato con i numeri 506; 586; 587, permette di vedere con i propri occhi gli spettacolari terrazzamenti sorretti da muretti a secco che si distendono dalle colline fino al mare. L’uomo infatti ha iniziato a modificare questo territorio più di 1000 anni fa per renderlo coltivabile.
Manarola: il borgo più fotografato delle Cinque Terre
Tutti si sono imbattuti, almeno una volta, sui social oppure sul web, in giornali o in cartoline, in immagini di Manarola. La cosa che colpisce di più sono le case-torre colorate che si riflettono sul mare. Ma dal vivo è ancora meglio! Si respirano i profumi del mare, si viene accarezzati dalla brezza, si passeggia per gli strettissimi carugi, pervasi dal profumo di focaccia appena sfornata.Manarola, fondata poco dopo l’anno Mille dagli abitanti di Volastra si sviluppa attorno torrente Groppo, ora coperto. I primi documenti che citano Manarola risalgono al 1266, quando il paesino era sotto il dominio dei Fieschi. Pochi anni dopo fu conquistata da Genova che, sotto la guida di Oberto Doria distrussero il castello insieme alla cinta muraria.
Come raggiungere il sentiero:
Il modo più semplice per arrivare a Manarola è in treno. E’ sconsigliata l’auto perché i parcheggi sono limitati e molto cari.Partendo dalla stazione centrale di La Spezia oppure da quella di Levanto si può prendere il Cinque Terre Express o il treno regionale (attenzione non tutti i regionali fermano a Manarola!). La linea è molto ben servita in alta stagione (da aprile a fine ottobre), con treni che circolano all’incirca ogni 15- 20 minuti.Uscendo dalla stazione di Manarola attraverso il tunnel, si gira a destra e si prosegue per circa 150 metri. Sulla sinistra, sotto forma di strette scale in salita tra due case, si trova l’inizio del sentiero.
P.S: se si preferisce fare una passeggiata sul lungomare di Manarola, per vedere con i proprio occhi il paesaggio più fotografato delle Cinque Terre, basterà dirigersi verso il porticciolo, proseguire a destra e salire verso la parte alta del paese. Questa strada infatti si ricongiungerà con in sentiero.
Prima parte: da Manarola a Volastra (sent. 506)

La prima parte del sentiero è una ripida salita sul promontorio di Manarola, noto per ospitare durante le festività natalizie uno dei presepi più famosi d’Italia: il presepe illuminato di Mario Andreoli, composto da 300 personaggi realizzati con materiali di recupero con più di 1000 lampadine che si riflettono sul mare invernale. Man mano che si sale ci si innamora sempre di più del paesaggio: i tetti di ardesia delle case di Manarola dominano il paesaggio insieme ai vigneti dove vengono prodotti i celeberrimi vini Cinque Terre Bianco DOC e Sciacchetrà. Più si sale più si rimane sbalorditi da questo percorso a picco sul mare, sulla destra si comincia a vedere la costa delle Cinque Terre. Dopo circa 20 minuti di salita si raggiunge il punto più alto della collina, si prosegue sulla destra per un piccolo tratto in piano fino a raggiungere il bivio per Volastra e ricominciare la salita, questa volta a gradini meno ripidi. Questa tratta di sentiero deriva da un’antica mulattiera, utilizzata per secoli interi per raggiungere il mare e la ferrovia con pesanti carichi di vino. L’ulivo, che insieme alla vite è la pianta simbolo della cultura contadina delle Cinque Terre, in questa tratta domina il paesaggio. Non a caso infatti l’antica denominazione latina di questo paesino è Vicolus Olivastre, villaggio degli uliveti. In circa 20 minuti si raggiunge Volastra.
Volastra: alla ricerca del tesoro dei saraceni

Volastra si sviluppa in maniera circolare sulla vetta dell’altopiano di Manarola. E’ una tappa perfetta per rifocillarsi, riempire le borracce, gustare un tocco di fugassa acquistabile nel negozio alimentare locale, con una vista mozzafiato. In questo paese, dalla storia ancora più antica di Manarola, si può visitare il santuario Nostra Signora della Salute, costruito in pietra arenaria nel XII secolo. Per saperne di più su Volastra e delle sue leggende, leggi il racconto qui.
Seconda parte: da Volastra al bivio per Corniglia (sent. 586)

Lasciandosi il santuario Nostra Signora della Salute sulla destra si imbocca la tratta centrale del sentiero Manarola-Volastra-Corniglia. Da qui si inizia una piacevole passeggiata in piano, con la vista più bella che si possa immaginare sulla costa delle Cinque Terre. Consiglio: il sentiero è molto stretto e presenta a tratti dei gradini molto ripidi, è importante non perdere la testa per la vista mozzafiato ma stare attenti a dove si mettono i piedi! Si attraversano terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, dedicati alla coltivazione della vite. Una caratteristica unica è la presenza della monorotaia, utilizzata dagli agricoltori per destreggiarsi in questo territorio scosceso. Proseguendo ci si lasciano alle spalle i vigneti e ci si addentra in un bosco un po’ più fitto dai toni tipici della macchia mediterranea. Si attraversa (letteralmente, perché il sentiero passa dal giardino di una casa!) il piccolissimo centro abitato di Porciana. Dopo circa un’ora di marcia in questo sentiero che ci riporta indietro nel tempo, subito dopo le case sparse Pianca, si trova il bivio per Corniglia.
Terza parte: la discesa verso Corniglia (sent. 587)

Proprio dal bivio 586-587 incomincia la terza e ultima tratta del sentiero Manarola Corniglia: la discesa per Corniglia.Tra la vegetazione mediterranea ci appare ai nostri piedi il piccolo borgo, arroccato su un promontorio scosceso, a dominare il paesaggio. La discesa dura circa mezz’ora, e sono presenti tratte in sentiero sassoso e sterrato e tratte con gradini bassi che possono diventare scivolosi, attenzione a dove si mettono i piedi! Il sentiero sbucherà nella parte alta di Corniglia, alle spalle della chiesa di San Pietro, del 1334 con la sua facciata in pietra grigia e il rosone in marmo di Carrara.
Corniglia
Corniglia è l’unico paese delle Cinque Terre che non ha sbocco diretto sul mare. Per raggiungere il mare dal paese è necessario scendere i 377 gradini nonché 33 rampe della scalinata Lardarina, che collega il paese alla stazione ferroviaria e alle spiagge. In alternativa è presente un piccolo autobus navetta che percorre la tratta tra il centro e la stazione di Corniglia.
Ma è proprio questa posizione rialzata rispetto al mare che la rende unica e particolare. Innanzitutto è il paese delle Cinque Terre più lontano dalle masse di turisti, la sua collocazione la rende tappa evitabile per chi visita la zona in una giornata o per chi, ad esempio ha bambini piccoli con passeggino. Un’altra peculiarità di Corniglia è la sua vista spettacolare. La sua posizione arroccata sul pendio permette di avere una vista meravigliosa sulla costa. Tappa consigliatissima il Belvedere Santa Maria, una terrazza panoramica da cui si riescono a vedere i borghi vicini che si affacciano sul mare, raggiungibile percorrendo il carugio principale (Via Fieschi).Secondo alcune fonti il borgo avrebbe origini romane e dovrebbe il suo nome alla gens Cornelia, infatti sarebbero stati trovati a Pompei dei vasi dove con impresso l’antico nome del paese, “Cornelia”. Queste fonti tuttavia non sono fondate, ma a noi piace pensare che il paese sia nato così.
Successivamente, in linea con i villaggi circostanti, passò sotto il dominio dei conti di Lavagna, successivamente sotto i signori Carpena di Luni per poi finire sotto il protettorato di Genova.

Consigli:
- scarpe sportive o da trekking perché il sentiero è ripido e stretto, a tratte a picco su pendii, senza calzature adatte si rischia di farsi del male-borraccia per l’acqua perchè sarà presente una fontana per ricaricare in ogni borgo e per evitare lo spreco di plastica e la produzione di rifiuti
- cappellino con visiera, soprattutto nei mesi estivi, perché il sentiero è in gran parte esposto al sole–giacca a vento nei mesi autunnali e invernali perché può essere una zona soggetta a vento
- crema solare perché in alcune tratte non è presente ombra
- uno snack per prevenire cali di zuccheri e riequilibrare l’apporto di sali minerali, io di solito porto con me una banana e qualche caramella