Nel suo “Viaggio in Italia”, Charles Dickens descrisse il Paese e dipinse anche un delizioso ritratto della Spezia.

Le impressioni del suo viaggio erano lungi dall’essere positive, la sua descrizione del Paese così frammentato al momento è molto diversa da quella scritta dai suoi compagni di viaggio “Grand Tour“. Amò, infatti, Mantova, Ferrara, Pisa, Milano, ma pensava che Venezia lo avrebbe soffocato e che la maestà di Roma in qualche modo patisse la sua stessa storia.
Le sue parole sincere esprimevano liberamente disgusto nel descrivere la vista di un paese povero e in rovina nella prima metà del diciannovesimo secolo, senza possibilità di riscatto. Spesso le sue descrizioni sono piene di ironia ma sfociano nell’orrore.

Il passaggio da Genova alla Spezia è un’eccezione in tutto il quadro, Dickens è davvero incantato da un lato dalle “rocce rotte” della nostra costa e dalla vista del mare aperto solo a tratti attraversato da una “feluca” lenta ; dall’altra parte le “alte colline”, con case bianche sparse qua e là, i boschi di ulivi, le pittoresche chiese di campagna e le case allegramente dipinte.
Eppure ha attraversato la Liguria, e sulle strade di quel tempo, in inverno, ed è stato sul duro passaggio del passo del “Bracco” in una giornata molto tempestosa, che non ha permesso di vedere il mare. La Spezia offrì allo scrittore un riparo dopo un viaggio molto duro, dove dovette fermarsi perché il fiume Magra, che allora non aveva ponti, era troppo alto per essere attraversato per raggiungere la Toscana. Ecco perché abbiamo una descrizione della “bella baia” della Spezia di Charles Dickens: non sappiamo quale sia la “locanda spettrale” a cui si riferisce nel suo racconto, ma pensiamo che sia stato sicuramente un lato positivo, per l’autore del Canto Natalizio, di avere un’atmosfera così spettrale, e sfortunatamente non sappiamo quale sia stata la moda della copricapo femminile, ma amiamo pensare che fossero creatori di moda creativi dell’epoca!
Quindi, quando arrivammo a Spezzia, trovammo che il Magra, un fiume ininterrotto sulla strada maestra per Pisa, era troppo alto per essere attraversato in sicurezza con il traghetto, e fummo lieti di aspettare fino al pomeriggio del giorno dopo, quando ebbe, in qualche modo, si placò. Spezzia, tuttavia, è un buon posto dove indugiare; a causa, in primo luogo, della sua bellissima baia; secondo, della sua spettrale locanda; terzo, del copricapo delle donne, che portano, da un lato della testa, un cappellino di paglia da bambola, attaccato ai capelli; che è certamente il copricapo più strano e birichino che sia mai stato inventato.
Charles Dickens, Pictures of Italy