La triste storia di Bianca Malaspina al Castello di Fosdinovo

In paese c’è chi giura di essere rimasto sconvolto dalla malinconia alla vista di una donna avvolta nei lunghi capelli bruni, pervasa della luce lattea della luna piena, percorrere i camminamenti del Castello di Fosdinovo senza trovare pace.

E nessuno si è troppo stupito quando alcuni lavori di restauro del maniero, nel cuore della Lunigiana storica,  rivelarono la presenza di resti di una giovane donna in una piccola cella sotterranea, insieme a quelli di un cane e di un cinghiale.

Doveva trattarsi certamente dei resti della marchesina Malaspina Bianca Aloisa, uccisa per mano paterna a causa dell’amore profondo e sincero che il destino di donna nobile e infelice non poteva concederle.

Chi era Bianca  Maria Aloisa Malaspina?

Portrait of a young woman *tempera on panel *44 x 32 cm *circa 1490 – 1494

Di lei non si sa molto, non le furono dedicati ritratti, né riconosciuto alcun onore.

Nacque intorno alla metà del XVII secolo, figlia di Giacomo II, Marchese di Fosdinovo della Casata dei Malaspina e di Maria Grimaldi, e aveva quattro fratelli: Ippolito e Pasquale, che succedettero al padre, Ferdinando ed Andrea.
Il silenzio su di lei, unica figlia femmina, può essere dovuto al fatto che fosse nata albina – ma la tradizione orale di nobili donne albine e infelici è piuttosto diffusa, e potrebbe trattarsi solo di un caso di influenze tra storie simili. 

Più probabilmente la sua mancata presenza negli annali è dovuta al fatto che sin dalla più giovane età disubbidì caparbiamente alla volontà del padre di darla in sposa a un nobile di una casata vicina.

La giovane e determinata donna si era infatti innamorata dello stalliere della fortezza, ed era da lui sinceramente ricambiata.
Il padre, per punizione, la costrinse alla vita monastica ma, sebbene reclusa, la giovane donna rifiutò i voti e continuò a incontrare il suo grande amore, rimanendone forse addirittura incinta. 

Il nobile genitore non poté sopportare la forza di questa figlia donna, e accecato dalla rabbia fece uccidere il suo amante e, forse addirittura dopo atroci torture, fece murare la ragazza nei sotterranei del castello, accompagnata da un cinghiale – il simbolo della ribellione alla famiglia  – e da un cane, simbolo di amore fedele. 

Da allora, urla di terrore e visioni di donne che camminano nella notte a Fosdinovo sono molto frequenti. 



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Padre crudele, signore onorato del Ramo Fiorito dei Malaspina

Lo stemma della Casata della Ramo Fiorito della Famiglia dei Malaspina, signori di Lunigiana

A noi moderni lettori di questa triste storia viene da pensare che questo genitore fosse un infelice che non sapeva dare ad Aloisa l’amore di padre che spettava alla sfortunata fanciulla.

In realtà, però, la determinata Bianca Maria fu semplicemente vittima del suo tempo, nel quale a nessuna donna, specie se blasonata, era concessa alcuna autodeterminazione. 
Del resto, Giacomo non sembrò avere un buon rapporto con i figli, perché il figlio Andrea venne accusato di tentato parricidio

Per il resto, il signore del ramo fiorito della Casata dei Malaspina, signori di Lunigiana, è ben ricordato nella storia della sua famiglia e dell’intera regione. Insieme alla moglie fu un importante regnante di Fosdinovo, che sotto il suo marchesato diventò centro nevralgico delle comunicazioni della Lunigiana, e il suo castello sempre più imponente e festaiolo: si dice che i due si dedicassero a feste ed eccessi

Ricostruì l’Oratorio dei Bianchi, bruciato nel 1501 (1641-53), il Marchesato di Gragnola tornò sotto il potere dei Malaspina di Fosdinovo (1644) e nel 1636 il Castello arrivò a contare ben 800 “fuochi”.

Un magnifico castello

Il Castello di Fosdinovo, teatro della tragedia di Bianca Malaspina

Il Castello di Fosdinovo è la struttura meglio conservata tra le dimore fortificate lunigianesi dei Malaspina.  Fu la costruzione difensiva del castro di Fosdinovo a partire dal XII secolo, e dal XIV ospitò la dimora del marchese del ramo fiorito della casata, per la sua posizione dominante con una visuale straordinaria su tutta la vallata fino al mare, divenne la base del suo grande feudo di Lunigiana, e vide fortune alterne fino al XVIII secolo.

Il Castello oggi è un museo, un centro culturale dedicato alla produzione e alla diffusione delle arti contemporanee, una residenza per artisti e scrittori ed ospita al suo interno anche un piccolo bed and breakfast accogliente e suggestivo.

Visitare il Castello di Fosdinovo

La visita guidata al Castello di Fosdinovo si svolge il sabato e la domenica e dura circa 50 minuti.

Numero massimo consentito: 25 persone per gruppo.

La parte finale della visita presenta ripide scale e torri merlate.

Si prega di notare che la prenotazione dei biglietti è una priorità per l’accesso. È comunque possibile acquistare il biglietto d’ingresso anche direttamente alla Libreria del Castello per le restanti disponibilità.

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