L’autunno è il momento per non lasciarsi sfuggire un’esperienza possibile in questi mesi e poi nuovamente in primavera, quella del rafting in Garfagnana. In queste stagioni l’attività è consentita dalla quantità nel letto del torrente Lima, affluente del fiume Serchio che attraversa una delle valli più suggestive della Toscana. La Garfagnana, amata da turisti ma anche artisti e scrittori, è di per sé un’esperienza nella natura viva e incontaminata, perfetta per chi ama l’acqua, i paesaggi nel verde, e un po’ di adrenalina.
L’attività permette di fare rafting affrontando rapide di 2° e 3° livello anche a chi non lo ha mai fatto, basta che abbia computo i 16 anni di età, con l’unico limite di non superare i 100 kg di peso.
La Garfagnana, una regione senza tempo al cospetto delle Alpi Apuane.
Il fiume Serchio è il fiume più importante dell’area della Garfagnana, che è ricca di corsi d’acqua di origine carsica che hanno scavato nei millenni canyon spettacolari e profondi. A dominare le vallate svettano le Apuane, montagne maestose che, pur non raggiungendo le altezze delle loro sorelle più a nord, vengono comunemente chiamate “Alpi”. Queste grandiose montagne hanno scritto il paesaggio naturale e storico dell’intera area, unico nel suo rapporto speciale tra presenza umana e industriale e stretto legame con la natura.
Mille borghi occhieggiano dalle alture, un tempo ricchi di vivace attività legata all’estrazione del marmo e minerali, all’allevamento e l’agricolutra, e oggi in parte ripopolati dopo un lungo abbandono. In molti di questi questi luoghi un po’ fermi nel tempo, scrittori e poeti hanno scelto di trovare la tranquillità e l’ispirazione.
Ognuno è caratterizzato da una forma tipica, da una produzione artigianale, da una storia da raccontare, come Lucchio, il paese che si sapeva nascondere.
Il Torrente Lima, per gli amanti dell’acqua da “Laguna Blu”.
Il Torrente Lima nasce vicino all’Abetone, e corre con la sua effervescente vivacità a formare una valle omonima, formando piscine, cascatelle e polle, e fino a sfociare nel Sechio. È particolarmente famoso per la sua acqua limpida e “bella fresca”, che forma polle la cui acqua nasce dalla profondità della terra. Vicino al borgo di Cocciglia si forma una gola di bianca pietra calcarea che l’acqua ha lavorato nel corso formando le emozionanti Strette di Cocciglia. È qui che si trova una particolare piscina naturale, caratterizzata da un colore intenso e luminoso dell’acqua. Anche grazie alla spiaggetta dalla quale è facile accedere all’acqua, la “Laguna Blu” del film è l’immagine che ispira il suo soprannome e che dà l’idea di quanto valga la pena questa suggestiva esperienza di rafting in Garfagnana.
Tra mille borghi, lo “storytelling” di Garfagnana

I borghi attraversati dal torrente Lima sono innumerevoli, e tutti hanno magnifiche storie e ragioni della loro particolare posizione e conformazione da raccontare.
Alcuni sono piccole star, altri amano rimanere il più possibile nascosti all’occhio del turista oggi, del nemico ieri. Come il piccolo Lucchio, di cui in pochi hanno sentito parlare, e che pure vale la pena andare a disturbare nella sua timidezza. Il borgo si trova a 780 metri di altitudine e le sue case sono letteralmente incastonate su uno sperone di roccia ripidissima. Chi percorre le strade sottostanti, da tempo importanti vie di comunicazione per raggiungere l’Abetone e Bagni di Lucca, non lo nota. Lo si può intravvedere, incredibilmente pendente e aggrappato alla roccia, solo poco prima di arrivarvi.
Di Lucchio si dice che i contadini appendevano un piccolo sacchetto alle galline perché le uova non rotolassero a valle!
Perché questa posizione così nascosta? A lucchio si trova una rocca che probabilmente risale al periodo longobardo. All’epoca e in seguito, quando faceva parte dei possedimenti di Lucca, la sua particolare posizione strategica ne fece un importante baluardo di controllo e difese della importanti vie di comunicazione sottostanti. Non essere visti da chi attraversava la valle con cattive intenzioni poteva essere determinante per difendersi.
Con questa esperienza si pagaia anche sotto gli archi di un famigerato ponte, il Ponte del Diavolo di Borgo a Mezzano. L’architettura caratteristica del ponte, con una gobba della famosa “schiena d’asino” particolarmente accentuata verso l’alto, ha portato a raccontare alcune storie che ne spiegassero l’origine. Una delle più famose vede il diavolo promettere allo sconfortato architetto che non riusciva che lo avrebbe eretto in una sola notte. In cambio, però, il diavolo voleva l’anima della prima persona che lo avrebbe attraversato. Il costruttore acconsentì, ma se ne pentì subito dopo e, insieme al parroco, decise di buttare un pezzo di pane sul ponte per far attraversare un cane. Il diavolo, arrabbiato, “scompose” il ponte in quella sua caratteristica forma.
Foto in copertina di Tuscany People