Tra il Golfo dei Poeti e Riomaggiore ci sono solo 10 minuti di treno, da percorrere in qualche galleria. Non c’è alcuna differenza, però, nella capacità che ha il paesaggio di impressionare e stimolare le sensibilità artistiche. Se lungo le coste del Golfo hanno soggiornato moltissimi grandi scrittori e poeti, il primo borgo delle Cinque Terre è un centro importante per il mondo della pittura.
Riomaggiore, infatti, stregò il pittore fiorentino Telemaco Signorini, nome di spicco della scuola dei macchiaioli (se vuoi saperne di più su di loro).
Se leggerete questa storia, scoprirete come mai l’arte italiana deve molto alle donne di Riomaggiore.
Mare e caruggi, luci e ombre: a Riomaggiore l’ambientazione ideale per la pittura del vero

Nella seconda metà dell’Ottocento, Telemaco Signorini (ecco qui una biografia completa) si stabilì alla Spezia per portare avanti i suoi studi pittorici sull’interazione tra luci e ombre. Insieme ad alcuni colleghi e compagni di corrente artistica riteneva che sulle rive del Golfo dei Poeti si verificassero le condizioni ideali per perfezionare la tecnica di pittura che i cosiddetti macchiaioli stavano definendo: l’accostamento di “macchie” di colore fortemente contrastanti, nel rifiuto delle forme definite e perfette della pittura classica.
Non sono pochi i quadri del Signorini ambientati nella cittadina capoluogo, ma i migliori dipinti in zona hanno sicuramente Riomaggiore come protagonista.
Le strade scure e strette, le frustate di sole che riescono a infilarsi tra i tetti, la malinconia delle scalinate, la pace delle piccole piazze, i colori pastello delle case e forti della natura: tutti elementi tipici degli abitati delle Cinque Terre e perfetti per la poetica artistica di Telemaco Signorini. Fu grazie a queste caratteristiche che Riomaggiore finì per giocare un ruolo fondamentale non solo nell’arte del pittore toscano, ma nella definizione del canone pittorico della scuola macchiaiola.

Visita al vigneto
e alla Cantina delle Cinque Terre
Una camminata guidata fino alla cantina sociale con degustazione di vino
Un vero e proprio colpo di fulmine quello tra l’artista e Riomaggiore, tanto che lui stesso scrisse dopo una delle sue prime visite al borgo delle Cinque Terre: “Tra quel precipitare di volte e scale scendemmo nella stretta gola dello scalo, all marina, e là si ebbe il risveglio dei nostri sensi”.
Non per caso, dunque, Signorini trascorse alcuni dei periodi più significativi della sua carriera artistica nel paese marinaro, ma perché quei paesaggi – tanto adatti alla sua pittura – seppero conquistarlo, cosicché tornò a risiedervi nell’ultimo periodo della vita.

Telemaco Signorini, il macchiaiolo che rincorse una gonnella…
Ogni grande personalità si porta dietro qualche leggenda e così è anche per Telemaco Signorini. A metà Ottocento la ferrovia ancora non collegava La Spezia alla riviera e spostarsi dall’una all’altra località non era così usuale. Come arrivò dunque il pittore a Riomaggiore in un’epoca in cui pochi la conoscevano?
Si racconta che, un giorno che era in giro per le strade spezzine, l’artista rimase colpito dalle vesti di alcune donne. Quando chiese informazioni su loro, gli riferirono che erano donne di Riomaggiore con i loro abiti tipici.
Secondo la leggenda, dunque, Signorini si spinse fino alle Cinque Terre incuriosito dai vestiti delle riomaggioresi.
E così iniziò tutto.
